Raffaele Tedesco viene da Moliterno (Potenza), Che Mondo Sei è il suo quarto sforzo discografico e per individuare meglio il fulcro dell’opera occorre dare un’altra coordinata biografica: Raffaele è stato collaboratore di Mogol, e ha mutuato da questa esperienza moltissimi tratti in comune con la musica d’autore italiana di stampo classico, a cavallo tra anni ’60 e ’90. Bruno Lauzi, Gino Paoli, Bobby Solo, qualcosa di Buscaglione e di Battisti, a questi ammiccano i testi del lucano, mentre gli arrangiamenti, fortunatamente affidati ad una squadra di musicisti molto validi, sono più moderni, sporchi di rock e di jazz, blues e black music, ma sono solo venature superficiali che rigano una piattaforma fatta di riferimenti agli anni settanta e ottanta, con il piano (di Franco Frezza) al posto dei synth. [...] continua a leggere la recensione su TheWebzine
Noàis è un progetto di Jacopo Perosino che nasce nel 2012; Perosino a quel tempo scriveva e componeva canzoni per voce e chitarra, esibendosi come solista; poi arriva la decisione di cercare dei compagni di avventura, a Jacopo si uniscono Roberto Musso, bassista e percussionista con importanti esperienze alle spalle; Paolo Penna, eclettico chitarrista, e Vincenzo “Piuma” Penna fonico ufficiale. Lo studio di registrazione di casa Penna, l’Archensiel Studio diventa la base operativa dei Noàis. [...] continua a leggere la recensione su Quadriproject
L'album “Applausi a Prescindere” di Stefano Vergani è un album che racchiude diverse sonorità che attraversano il jazz e incontrano la musica popolare, per poi giungere a un pop gradevole e orecchiabile. I brani sono particolari e intensi. Il primo pezzo è “Guardare le stelle non è come leggere il giornale”, una ballata leggera e profonda, un viaggio nel tempo con parole che incantano e suoni che avvolgono. Forti richiami alle radici cantautoriali italiane. Un racconto appassionato e piacevole da ascoltare. “Regina” è una ballata che parla al pop, passando per un tenue valzer. [...] continua a leggere la recensione su CausaEdEffetto
“Che mondo sei” è il quarto album di Raffaele Tedesco, il cantautore lucano che viene dalla scuola Mogol, una scuola di razza ma che potrebbe, a nostro avviso s'intende, rinnovarsi un po' anziché guardare ad una scena musicale, quella italiana, che comunque, volente o nolente, sta cambiando. E queste atmosfere anni '90 si risentono nel lavoro di Raffaele. Ma premiamo il fatto che non ci sia un uso “finto” degli strumenti, che andava bene per quel decennio uscito non indenne dagli '80, anzi, in “Che mondo sei” il cantautore è accompagnato da solidi musicisti che possono solo far bene alla qualità del lavoro: Francesco Canzoniero (batteria), Domenico Dalessandri (basso), Rocco Lapadula (chitarra elettrica), Franco Frezza (piano) e Daniele Chiariello, ecco perchè Raffaele riesce anche a stupirci. [...] continua a leggere la recensione su GrandiPalleDiFuoco
Human Machine dei nostrani NODe viene spiegato dal quintetto come un prodotto “electro-punk” e “electro-pop”, per citare le definizioni presenti nel loro profilo Facebook. Di fatto, sono etichette calzanti, che descrivono, se non la polpa, lo smalto del disco. Si tratta di un viaggio elettronico che trova però nelle sfumature più dark del rock e della new wave anni ’80 la sua strada verso una smaliziata riproposizione di materiale invero non così originale. Novità non sono senz’altro l’uso del vocoder e dei sequencer, che, prendendo a piene mani dai Kraftwerk e dai Daft Punk, fanno rintracciare in una parte dei pezzi l’evidenza di una tendenza esterofila un po’ forzata. Risulta invece estremamente piacevole l’atmosfera da club di alcuni brani – che richiamano anche qualche elemento techno tedesco, come Paul Kalkbrenner, Anthony Rother, ma non solo – dove il ballo e l’accompagnamento fisico sono suggeriti da cantati catchy, cassa dritta e suoni gonfiati al punto giusto grazie da un mastering equilibrato, caldo e tagliente. [...] continua a leggere la recensione su TheWebzine

The Panicles ci regalano un disco che è un mix ben costruito tra due parole: “Simplicity: The Universe (extended)”, ed il senso è insito in ogni brano anche se queste “pannocchie” sono giovani ed hanno meno di 30 anni: Carlo "Mad-Eye" Badanai alla batteria, Mattia "Met" Sarcetta al basso e Michele "Mik" Stefanuto (voce e chitarra). Ma hanno già girato l'Italia e l'Europa portando i loro brani in giro ed aprendo i concerti di Verdena, Ministri, Motel Connection, Bandabardò, tra gli atri. Sono bravi e questo disco ne è la prova, ma potrebbero distaccarsi ancora di più, proprio perchè ne hanno le capacità, da quelli che sicuramente sono i loro “miti”, la ragione per cui suonano e scrivono. [...] continua a leggere la recensione su GrandiPalleDiFuoco
“Human Machine” è il titolo più adatto per definire questo disco dei NODe che tornano ad un anno dall'uscita dell'ultimo fortunato album “Tragic Technology Inc.“. Una macchina umana proprio come robotico è il sound che ha un'anima profondamente New Wave, attingendo ai movimenti e alle rivoluzioni musicali del decennio di Reagan e Gorbaciov, degli spari contro il Papa, della strage di Bologna, dell'incidente di Ustica, di Urss e Tienanmen. Già da “The Shift” si intuisce come ci sia una cultura radicata negli anni '80 molto nostalgica, proprio come i ricordi di Lubvic, il leader dei NODe che si mischiano alla consapevolezza adulta, alla superficialità degli esseri umani dalla mente deviata dai media. Un disco come un percorso tortuoso che cerca di recuperare la memoria dei bei ricordi ma che tenta anche di districarsi tra le difficoltà della vita di ogni essere umano. [...] continua a leggere la recensione su GrandiPalleDiFuoco